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domenica 7 maggio 2017

Giovanni Paleologo

Giovanni Paleologo


Quarto figlio del megas domestikos niceno Andronico Paleologo e di Teodora Paleologina e quindi fratello minore di Michele VIII (1259-1282), nacque probabilmente dopo il 1225 e prima del 1230.
Compare per la prima volta nelle fonti nel 1256, quando viene inviato a Rodi ma non è chiaro se per ricoprire una carica militare o amministrativa oppure vi fu esiliato.
Il 25 agosto del 1258 è comunque al fianco del fratello Michele durante il colpo di stato in cui fu assassinato il protovestiario Giorgio Muzalon, a cui era stata affidata la reggenza del giovane Giovanni IV Ducas Laskaris, e che spianò a Michele la strada verso il trono imperiale.
Assunta la reggenza, Michele nominò il fratello megas domestikos e, dopo l'incoronazione (1259), lo elevò al rango di sebastokrator e lo inviò in Macedonia al comando dell'esercito niceno. Al corpo di spedizione, in posizione subordinata rispetto a Giovanni, erano aggregati anche i generali Alessio Strategopoulos e Giovanni Raul Petraliphas.
Ai primi di gennaio Michele diede quindi l'ordine di attaccare il Despotato di Epiro.
L'esercito niceno avanzò così velocemente da cogliere completamente impreparato quello epirota accampato nei pressi di Castoria e costringendolo ad una disordinata ritirata (1). Giovanni occupò quindi dopo brevi assedi alcune fortezze – tra cui Deabolis (Devol) e Ocride – ponendo sotto controllo niceno la piana di Pelagonia.
Nel frattempo il despota epirota Michele II aveva riorganizzato le sue truppe che, rafforzate da 400 cavalieri inviati dal genero Manfredi di Sicilia, si erano congiunte a quelle messe insieme dall'alleato Guglielmo II Villeardhouin, principe d'Acaia.


La piana di Pelagonia è un'area pianeggiante lunga 70 km. e larga 15 circondata da rilievi montuosi. La città di Pelagonia (Bitola) si trova nella parte meridionale, quella di Prilep in quella settentrionale. Probabilmente l'esercito della lega antinicena entrò nella piana da sud nel settembre del 1259.
Giovanni Paleologo – le cui forze erano molto inferiori di numero - dispose in prima linea i mercenari tedeschi, i suoi migliori soldati, dietro questi dispose i soldati serbi e ungheresi e in una terza linea, se stesso e tutti i Greci, mentre gli arcieri cumani e ungheresi occupavano i fianchi dello schieramento.
Dal momento che Giovanni Paleologo aveva schierato in prima linea i mercenari tedeschi che servivano nel suo esercito, Villeardhouin fece lo stesso con i suoi cavalieri tedeschi e ne affidò il comando al barone di Karytaina mentre egli stesso prese il comando della seconda linea di cavalleria, dietro cui ne schierò una terza e infine due linee di fanteria.
La battaglia ebbe inizio quando le due prime linee vennero a contatto, il barone di Karytaina disarcionò e uccise il comandante nemico e la prima linea bizantina fu subito in grossa difficoltà. L'intervento degli arcieri a cavallo cumani e ungheresi – che pur inutili contro le pesanti armature dei cavalieri tedeschi ne falcidiarono le cavalcature rendendoli facile preda della fanteria – rovesciò le sorti dello scontro e la seconda linea di cavalleria al comando dello stesso Villeardhouin intervenuta a sostegno subì la stessa sorte della prima (2).

Dopo aver rafforzato le sue posizioni nella Tessaglia meridionale, Giovanni fu richiamato a Lampsaco dove incontrò il fratello che in virtù dei suoi successi militari gli conferì il titolo di despota e, poco dopo, gli concesse in pronoia le isole di Rodi e Lesbo (3).
Nel 1261, a causa dei rovesci subiti da Alessio Strategopoulos nella guerra in Epiro - culminati con la sconfitta nella battaglia di Trikorfon nei pressi di Naupaktos (Lepanto), in cui lo stesso generale bizantino era stato preso prigioniero – Giovanni fu inviato nuovamente in quel teatro di operazioni. Il despota ottenne qualche successo ma soltanto nel 1264, l'arrivo di un esercito guidato dallo stesso imperatore costrinse il despota Michele II a sottomettersi formalmente a Michele VIII.
Pacificato il confine con l'Epiro, Giovanni fu inviato in Asia Minore dove i vicini turchi cominciavano a diventare un pericolo. Vi si trattenne fino al 1267, rafforzando le difese e rendendo sicuro il territorio attorno alla valle del Meandro.
Nei tardi anni '60 ci sono evidenze della sua presenza in Macedonia e Tessaglia dove gli erano state assegnate delle proprietà nei territori riconquistati all'impero.
Nel 1273, al comando di una forte forza d'invasione e coadiuvato dal generale Alessio Kaballerios, fu incaricato di attaccare la Tessaglia governata da Giovanni I Ducas (4), secondo i piani di Michele VIII volti a ripristinare i confini dell'impero come erano prima del 1204.
Giovanni Paleologo penetrò rapidamente e profondamente in territorio nemico e pose sotto assedio la capitale Neopatras. Giovanni Ducas riuscì ad allontanarsi dalla città assediata e, ottenuti 300 cavalieri dal duca di Atene Giovanni I de la Roche, lanciò un attacco a sorpresa che costrinse i bizantini a ripiegare. Mentre si ritirava, informato dell'attacco alla flotta bizantina all'ancora nel porto di Demetriade, riuscì con una marcia notturna di 40 miglia ad intervenire nella battaglia rovesciandone le sorti (5). Ciononostante, per l'onta subita con la sconfitta di Neopatras, rinunciò al titolo di despota e morì poco dopo.

Nel 1259, aveva sposato la figlia del gran primicerio Costantino Tornikes da cui probabilmente ebbe due figlie.


Note:

(1) L'attacco niceno fu sferrato in pieno inverno – probabilmente nel mese di gennaio – in un periodo dell'anno del tutto inusuale per iniziare una campagna militare.
(2) Per antefatti e conseguenze della battaglia di Pelagonia vedi scheda Morea, Introduzione.

(3) L'affidamento in pronoia di terreni a cittadini meritevoli per i servigi resi allo Stato, istituito da Alessio I Comneno, è l'equivalente bizantino dell'infeudamento occidentale. La differenza sostanziale è che le terre rimanevano di proprietà dello Stato a cui ritornavano, almeno inizialmente, alla morte dell'usufruttuario.

(4) Si tratta del figlio illegittimo del despota d'Epiro Michele II.

(5) Ulteriori dettagli sulla battaglia di Demetriade in scheda Alessio Dukas Philantropenos.

lunedì 1 maggio 2017

Alessio Ducas Filantropeno

Alessio Ducas Filantropeno


Alessio Ducas Filantropeno è' il primo membro noto della famiglia dei Filantropeni. Compare per la prima volta nelle fonti nel 1255 come comandante del thema di Ocrida (l'attuale Ohrid in Macedonia) durante le guerre intraprese dall'imperatore niceno Teodoro II Laskaris contro i Bulgari.
Agli inizi degli anni '60 fu nominato protostrator (1) ma, giacchè il mega doux (il comandante in capo della flotta), Michele Laskaris (2), era avanti negli anni e infermo, Filantropeno esercitava il comando de facto e fu nominato a sua volta mega doux dopo la morte di Michele Laskaris (3).
Dopo la riconquista di Costantinopoli, a capo della ricostituita flotta imperiale, viene inviato in Egeo e incaricato di compiere raid e incursioni contro i possedimenti latini da cui partivano le incursioni piratesche. In particolare occupò la città di Oreas (Rio), capitale del terziere settentrionale dell'isola di Eubea (4) dove si trovavano le basi dei corsari latini.
Nel 1270 fu probabilmente al comando del corpo di spedizione che Michele VIII inviò a presidiare l'area di Monemvasia e successivamente appoggiò l'azione del rinnegato latino Licario, fattosi vassallo dell'imperatore, volta alla conquista dell'intera isola di Eubea.

 
Battaglia di Demetriade: agli inizi del 1273, la squadra navale bizantina al comando di Filantropeno si trovava all'ancora nel porto di Demetriade, nei pressi dell'attuale città di Volos, per appoggiare le operazioni dirette dal fratello di Michele VIII Paleologo, il despota Giovanni, contro il signore della Tessaglia, il figlio illegittimo del despota d'Epiro Michele II, Giovanni I Ducas.
Sulla terraferma Giovanni Paleologo venne sonoramente sconfitto a Neopatras dalle forze combinate di Giovanni Ducas e del duca di Atene Giovanni I de la Roche, così i vassalli veneziani delle isole dell'Egeo (5) misero insieme una flotta, rafforzata da vascelli lombardi e cretesi, e postala agli ordini dell'ammiraglio veneziano Filippo Sanudo e del triarca di Negroponte (6) Giberto II da Verona, attaccarono la flotta bizantina nel porto di Demetriade.
Nonostante l'inferiorità numerica, i latini stavano per avere il sopravvento quando arrivarono sul teatro dello scontro le truppe di Giovanni Paleologo che, informato dell'imminente attacco alla flotta mentre si stava ritirando da Neopatras, con una marcia forzata aveva coperto nella notte una distanza di 40 miglia.
I soldati furono traghettati a bordo delle navi con piccole imbarcazioni e rovesciarono le sorti della battaglia. Al calar della sera tutte le navi nemiche eccetto due erano state catturate o messe fuori combattimento ed i latini avevano subito forti perdite umane. L'ammiraglio Filippo Sanudo fu preso prigioniero insieme a molti altri esponenti della nobiltà locale. Lo stesso Alessio Filantropeno fu comunque gravemente ferito durante la battaglia.

Da una moglie di cui non si conosce il nome ebbe una figlia che sposò il megas domestikos Michele Tarchaniote. Morì probabilmente nel 1275.

Note:
(1) Questo titolo compare per la prima volta nel 712 e significa letteralmente "primo degli stratores (stallieri)". Il Klētorologion (899) lo colloca al 48° posto, tra i 60 titoli ufficiali di palazzo. Successivamente acquisì una maggiore importanza e Niceta Coniata (1200) lo equipara al titolo occidentale di maresciallo. Nel De officialibus palatii Costantinopolitani et de officiis magnae ecclesiae di Pseudo-Codino (XV secolo) è collocato all'8° posto dei titoli di palazzo e poteva esssere conferito a più persone. Il titolo rimase in uso fino alla fine dell'impero e fu spesso conferito a comandanti militari.
(2) Si tratta di uno dei sei fratelli di Teodoro I Laskaris, il primo imperatore niceno.
(3) Non è ben chiara la data di morte di Michele Laskaris. Da un documento appare ancora vivo – e qundi in carica come mega doux – nel 1263.
(4) Per la suddivisione in terzieri dell'isola di Eubea vedi scheda Il Ducato dell'Arcipelago nota 1
(5) La madrepatria, viceversa, almeno in apparenza, si mantenne neutrale.
(6) Vedi nota 3.