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mercoledì 1 gennaio 2014

Il ponte di Tiberio, Rimini

Il ponte di Tiberio

 

Costruito interamente in pietra d'Istria, il Ponte di Tiberio scavalca con cinque arcate a tutto sesto e con una leggera incurvatura a schiena d'asino il Marecchia, l'antico Ariminus, il fiume che alla città ha dato il nome e il porto, costituendone per secoli il limite settentrionale.
Il ponte viene detto di Tiberio ma in realtà è stato iniziato nel 14 d.C. per decreto dell’imperatore Ottaviano Augusto e terminato nel 21 d.C. dal suo successore, il figlio adottivo Tiberio, come attestato dall'iscrizione scolpita al centro delle due fronti interne dei parapetti:
 

IMP. CA(E)SAR DIVI F(ILIUS) AUGUSTUS, PONTIFEX MAXIM(US), CO(N)S(UL) XIII, IMP(ERATOR) XX, TRIBUNIC(IA), POTEST(ATE), XXXVII, P(ATER) P(ATRIE); TI (BERIUS) CAESAR DIVI AUGUSTI F(ILIUS),DIVI JULI N(EPOS), AUGUSST(US), PONTIF(EX) MAXIM(US), CO(N)S(UL) III, IMP(ERATOR) VIII, TRIB(UNUCIA) POTEST(ATE) XXII DEDERE

La straordinaria solidità del ponte e la sua resistenza alle piene del fiume, molto frequenti e violente, sono dovute all’ottima tecnica impiegata dai suoi costruttori ed ai sottili accorgimenti a cui hanno fatto ricorso i suoi progettisti (secondo alcuni studiosi il disegno del ponte sarebbe da attribuirsi a Vitruvio).
I sei piloni di sostegno sono obliqui rispetto all’asse del ponte, per assecondare la corrente del fiume. Dalle basi di tali piloni sporgono per 2 metri speroni lapidei che servivano come frangiflutti. Le fondamenta dei singoli piloni formano inoltre un'unica fondazione, tale da assicurare la stabilità più completa.
Il ponte misura in lunghezza m. 62,60 senza contare le testate, in parte interrate.
La larghezza del ponte è di 8,65 m. La sede stradale è larga 4,91m.
Le arcate non sono tutte delle stesse dimensioni, quella centrale ha luce di 10,50 e le altre variano dai 8,70 m. ai 8.80 m.
Sul fronte mare i pilastri appaiono decorati da edicole che probabilmente alloggiavano originariamente delle statue. Alcuni emblemi in onore di Augusto si notano inoltre scolpiti in alcune chiavi di volta delle arcate.
Il ponte costituiva infine il punto di origine – da cui venivano calcolate le milia segnate sui miliari – della via Emilia e della via Popilia.

Nel 552, durante la guerra greco-gotica, il comandante del presidio goto Usdrila, nel tentativo di sbarrare la strada verso Roma alle truppe di Narsete, fece tagliare l'arcata settentrionale verso borgo S.Giuliano che appare infatti tutt'oggi diversa dalle altre.
In epoca medioevale la testa del ponte verso la città venne rinforzata da una torre, fortificazione della porta e barriera daziaria, ricordata dalle fonti prima della sua distruzione durante il XVIII secolo.







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