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giovedì 29 agosto 2013

La continuazione della guerra e la resa di Vitige (538-540)

La continuazione della guerra e la resa di Vitige (538-540)

Nel giugno del 538 Belisario mosse da Roma con il grosso dell'esercito e cominciò a risalire molto lentamente verso settentrione, fermandosi ad espugnare le piazzeforti nemiche che non voleva lasciarsi alle spalle. Quasi contemporaneamente sbarcò nel Piceno un contingente di 7000 uomini al comando dell'eunuco Narsete, fedelissimo di Giustiniano, nonché amico personale di Giovanni che, contro l'ordine del generalissimo di ritirarsi, aveva continuato a tenere Rimini finendo assediato dai Goti.

Secondo la Andreescu-Treadgold (1994) nelle fattezze di questo personaggio raffigurato alle spalle di Giustiniano nel mosaico della basilica di San Vitale (547) sarebbe ritratto Giovanni, il generale bizantino rivale di Belisario.
 
I contrasti di vedute tra Belisario ed i suoi generali determinarono un rallentamento delle operazioni che, nel marzo 539, causò la caduta e la distruzione di Milano (1) che non fu raggiunta in tempo dai rinforzi inviati da Belisario. Questo disastro convinse Giustiniano a richiamare Narsete a Costantinopoli riconfermando a Belisario il comando assoluto nella condotta della guerra.
Sul finire del 539, stabilito in qualche modo il controllo delle regioni cispadane, Belisario cinse d'assedio Ravenna, dove si era asserragliato Vitige.
Mentre era in corso l'assedio, giunsero da Costantinopoli i legati di Giustiniano, Domnico e Massimino, con la seguente offerta di pace: Vitige avrebbe potuto conservare la metà del tesoro reale e le regioni a nord del Po, lasciando all'imperatore quelle a sud di esso.
Belisario si rifiutò di sottoscrivere questa proposta ed i Goti rifiutarono di aderire ad un accordo che non fosse controfirmato dal generalissimo. Si avviò quindi una trattativa segreta in cui i Goti, stremati dalla carestia, offrirono a Belisario il trono d'Occidente. Belisario finse di accettare e nel maggio 540 gli furono aperte le porte della città.

Note:

(1) Nell'inverno del 537, mentre era ancora assediato a Roma ma vigeva la tregua di tre mesi firmata con Vitige, Belisario, in risposta ad un invito del vescovo di Milano Dazio, aveva fatto partire da Porto un contingente di un migliaio di uomini che, sbarcati in Liguria, si era impadronito di quasi tutta la regione transpadana, Milano compresa, pressochè senza incontrare resistenza. Vitige reagì assediando Milano, difesa da una guarnigione al comando di Mundila, con l'aiuto di 10.000 burgundi segretamente inviati dal re franco Teodeberto formalmente alleato di Giustiniano.
Stremata dalla fame Milano si arrese nel marzo del 539, la guarnigione imperiale fu risparmiata ma i milanesi maschi furono in gran parte trucidati, le donne cedute ai burgundi come schiave in cambio dell'aiuto prestato e la città rasa al suolo.

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