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domenica 26 maggio 2013

Il Muro Torto

Il Muro Torto (Murus Ruptus)

 
Nel tratto compreso tra la porta Pinciana e quella Flaminia la cinta aureliana ingloba i possenti muraglioni di sostruzione con i quali le potenti famiglie romane delle gens Acilia, Anicia, Domitia e Pincia, sostenevano il colle del Pincio per proteggere dalle frane i loro giardini. 
Nei pressi della grande curva che immette nel rettilineo verso Piazzale Flaminio si trova l'imponente frammento del blocco di muro che si staccò e crollò in età molto remota, rimanendo per millenni al suolo in posizione obliqua.
 
Belisario aveva intenzione di abbattere e ricostruire questo tratto di mura ma i Romani gliel'impedirono sostenendo che l'apostolo Pietro aveva garantito loro la difesa di quel tratto delle mura.
In effetti, né durante l'assedio di Vitige né in epoche successive questa breccia fu mai utilizzata per dare l'assalto alla città.
Dal Medioevo e fino a tempi relativamente recenti nel terreno antistante il Muro Torto, detto tra il XV ed il XVII secolo Muro Malo, vennero seppelliti i giustiziati morti senza pentirsi e tutti coloro che esercitavano mestieri ritenuti allora non onorevoli, tra cui gli attori e le prostitute.
Nel 1825 vi furono sepolti Leonida Montanari e Angelo Targhino, affiliati alla Carboneria e decapitati dalla ghigliottina pontificia di Piazza del Popolo.

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