Visualizzazioni totali

giovedì 12 luglio 2012

Zara

Zara


Zara nel 1942


Fortificazioni
Praticamente nulla è rimasto dei baluardi difensivi della Jadera romana, mentre la città come appare oggi conserva ancora parte delle fortificazioni veneziane erette per difendere la capitale della Dalmazia dalle incursioni dei turchi.
La città sorge sull'estremità di una penisola parallela alla sponda di terraferma e già in epoca romana aveva un vallo che la isolava, sul quale s'ergeva una grande muraglia che andava da parte a parte perpendicolare al mare. Il grande muro antichissimo, a massi robusti diseguali ma a perfetta coesione, si apriva al centro in corrispondenza della via cardinale maggiore. La porta principale era trigemina e scortata da due possenti torri ottagonali.
C'era un'altra porta piccola, verso il mare aperto, scortata da una sola torre quadrata.
Dalla parte opposta a questo muro di difesa, verso la punta sul mare, ad ovest nella scacchiera urbana, si stendeva l'area del Foro e del Campidoglio mentre a metà, verso la riva interna, si apriva il piazzale del mercato.

Agostino Alberti, Pianta della città, et forte di Zara, 1625 c.ca
Biblioteca Comunale di Treviso
 
Nel 1537, sotto la direzione di Michele Sanmicheli e di suo nipote Gian Girolamo, iniziarono i lavori di rafforzamento delle strutture difensive della città che la dotarono di una possente cinta di mura rimasta intatta per secoli finché durante la dominazione austriaca fu destinata a passeggiata, mentre i bastioni del lato verso il mare vennero demoliti per permettere la costruzione di palazzi con affaccio diretto sulla Riva.




Petra Zoranica


Proveniente dal Foro romano di Zara, questa colonna fu trasportata nella sua attuale collocazione nel 1769 a segnare l'ingresso orientale alla città vecchia.

Dalla piazza di Petra Zoranica alcuni gradini introducono a quella detta dei Cinque pozzi, all'interno del bastione Grimani (1574). I cinque pozzi attingono ad una grande cisterna sotterranea che fu realizzata contemporaneamente al bastione.

Piazza dei Cinque pozzi

Nella piazza si alza, addossata alle mura, la torre medievale detta del Capitano (Kapetanska kula), l'unica sopravvissuta alla ristrutturazione voluta dal Sanmicheli.

Torre del Capitano

Dalla piazza dei Cinque pozzi un passaggio conduce alla Porta di Terraferma.


Porta di Terraferma


L'imponente Porta di Terraferma (Kopnena Vrata) fu eretta nel 1543 su disegno di Michele Sanmicheli ed è il più bel monumento rinascimentale di Zara. La porta si presenta come un arco trionfale a tre fornici di ordine dorico, un bell'arco centrale e due laterali quadrangolari. E' decorata con le insegne araldiche dei nobili veneziani, Diedo e Salamon, e divide il centro storico dalla grande fortezza esterna.
Era collegata tramite un ponte di legno con Porta della dogana (Carinska vrata)  oggi "incorporata" dal ristorante adiacente.
Sopra il fornice centrale, all'esterno, è visibile San Crisogono a cavallo, uno dei santi patroni della città, e, al di sopra, un possente leone di San Marco, scalpellato da manifestanti jugoslavi ai tempi della questione di Trieste e solo recentemente restaurato grazie ai finanziamenti del Governo italiano. La porta si affaccia sul piccolo porticciolo chiamato La Fossa, lasciato aperto dopo l'interramento nel 1875 del canale che separava la città dalla Cittadella (il bastione che si vede nell'immagine è chiamato infatti Bastione cittadella e risale al 1574)

La Fossa ed il Bastione Cittadella

Porta della dogana

Nel 1560, Sforza Pallavicino, condottiero di ventura al soldo della Serenissima, fece radere al suolo la periferia meridionale di Zara, il borgo S.Martino, per costruirvi una fortezza che isolò dalla città mediante un sistema di canali difensivi.

bastione sudorientale della fortezza

Porta d'ingresso della fortezza. Ai lati si notano le aperture entro cui scorrevano le catene del ponte levatoio.


Lungo le mura orientali della città si apre la Porta Marina (Lučka vrata), detta anche Porta di S.Crisogono, situata tra il porto e la piazza del mercato e costruita nel 1573 con materiali di reimpiego in onore della vittoria di Lepanto.
Il lato interno ingloba frammenti di un arco romano fatto innalzare da Melia Anniana in onore del marito Lepicio Basso, sopra l'arco e la cornice romana, si trova una grande tavola rinascimentale con la cronologia della battaglia di Lepanto e sopra questa un minuto rilievo di San Crisogono.

Porta Marina, lato interno

Sul lato esterno era presente il Leone di San Marco (scalpellato anch'esso dagli jugoslavi negli anni Cinquanta) mentre al di sotto della cornice che inquadrava il leone si può ancora notare, sorretto da due putti, lo stemma zaratino ed una lapide.

Porta Marina, lato esterno


Il Foro romano



L'area dell'antico Foro romano di Jadera si estende fra le chiese di San Donato e Santa Maria ed occupa un vasto piazzale irregolare, spianato dai bombardamenti del 1943-44.
Del Foro originario, che aveva un'estensione di 90x45 m. (il più grande di tutta la Dalmazia) ed era chiuso su tre lati da un sontuoso portico a due piani ornato di statue, non rimangono che pochi avanzi, frammisti a materiali provenienti dalla spoliazione di altri siti. In particolare sono ancora visibili la pavimentazione lastricata del Foro, la scalinata di accesso al portico nonché l'architrave della porta di Asseria, urne, sarcofagi ed iscrizioni varie.
Sui lati nord e ovest del porticato erano disposte le botteghe.
La basilica urbana terminava con esedre semicircolari ai capi occidentale e orientale ed era addossata al lato meridionale del porticato.

In primo piano il lastricato centrale del foro su cui si affacciava il porticato. Sullo sfondo il basamento dell'esedra orientale della basilica urbana.

Delle due monumentali colonne corinzie (alte 14 metri) che erano poste all'ingresso dello spazio rialzato ove sorgeva il tempio dedicato alla Triade capitolina (Giove, Giunone e Minerva) ne rimane una, che fu utilizzata fino al 1840 come colonna infame (sul fusto sono ancora visibili le catene di chi veniva messo alla berlina).


La colonna infame

Piazza del Popolo (Narodni trg)

La piazza dei Signori dell'epoca veneziana, costituiva il fulcro della vita cittadina. Vi si affacciano la Loggia della Gran Guardia, opera di Gian Girolamo Sanmicheli del 1562, a cui nel 1798 fu aggiunta la torre dell'orologio, e la Loggia di città, la sede del tribunale, costruita dallo stesso architetto nel 1565.

Loggia della Gran Guardia

Loggia di città


Sul lato settentrionale la piazza è chiusa dal palazzo comunale, opera dell'arch. Vincenzo Fasolo del 1936 ed attuale sede del municipio, che presenta sulla facciata bassorilievi delle città dalmate.

Grande e Piccolo Arsenale



Grande Arsenale

Chiude il lato settentrionale della piazza dei Tre pozzi (Trg Tri Bunara) ed è chiamato anche il Grande Arsenale per distinguerlo dal Piccolo Arsenale, distante poche centinaia di metri da esso. Venne costruito dai Veneziani nel 1752 nei pressi delle mura cittadine. In passato vi approdavano le navi militari per essere rifornite ed è una delle 7 costruzioni di questo tipo conservatesi fino ad oggi. Con la caduta della Serenissima, l'Arsenale perse la sua funzione primaria, continuando ad essere un magazzino.
Dopo i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale ne rimasero in piedi solo le mura perimetrali. La costruzione in cemento al di sopra di esse e la copertura risalgono al restauro degli anni Cinquanta.


La lapide incassata al centro della facciata ne attribuisce la costruzione a Gerolamo Maria Balbi, Provveditore generale di Dalmazia e Epiro dal 1752 al 1753.

Piccolo Arsenale

Il leone marciano al di sopra della porta d'ingresso è fiancheggiato da due stemmi sormontati dal corno dogale ma completamente abrasi e illeggibili














Nessun commento:

Posta un commento