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mercoledì 25 aprile 2012

chiesa della Teotokos Peribleptos, Mistrà

chiesa della Teotokos Peribleptos



E' il katholikon di un piccolo monastero ristrutturato da Leone Mauropasas intorno al 1360 e costruito direttamente a ridosso della roccia.
Nessun nome è infatti conservato nell'affresco che raffigura i fondatori mentre il monogramma di Leone Mauropasas è conservato sopra la porta del nartece laterale (più tardo).


Al di sopra dell'arco d'ingresso è posto inoltre un blasone che raffigura due leoni araldici a fianco del monogramma rotondo della Peribleptos, a cui è stata aggiunta la scritta "5 marzo 1714. Costruito a spese di Panajotis Thebaios", vale a dire nel breve periodo che i veneziani ebbero il controllo di Mistrà.

L'Affresco che raffigura la coppia dei fondatori nell'atto di offrire alla Vergine il modellino della chiesa

La posizione della chiesa così addossata alla roccia è spiegata dalla preesistenza di un luogo di culto – l'attuale cappella di santa Caterina – di cui la Peribleptos rappresenta un abbellimento e un'estensione. L'addossamento impedisce anche la presenza di un'ingresso sul lato ovest al cui centro è posta invece una nicchia.


Al disotto delle absidi furono costruite due cappelle tra loro comunicanti, dedicate rispettivamente a santa Paraskevi e a san Panteleimon, la seconda delle quali ricoperta da cupola. In assenza di un ingresso diretto alla chiesa, una piccola porta a lato delle absidi, per mezzo di un corridoio scavato nella roccia, introduce nel braccio nord della croce.

La pianta è quella di una chiesa a due colonne con il braccio occidentale della croce straordinariamente allungato. Le absidi, costruite in una accurata muratura 'a castone' sono poligonali all'esterno.
Originariamente sul lato meridionale della chiesa si trovava un portico che fu successivamente trasformato - probabilmente da Leone Mauropapas - in nartece laterale. La porta di questo nartece si apre su una scalinata che scende nel piazzale.


Decorazione interna



cupola: al vertice la figura di Cristo Pantokrator; nella fascia inferiore, divisa in otto spicchi da colonne dipinte: in sei dei quali altrettante coppie di apostoli sormonate dallo Spirito Santo, negli altri due rispettivamente la Vergine fiancheggiata da due angeli e due angeli che preparano il trono celeste (etimasìa), sempre sormontati dallo Spirito Santo.



abside: nel catino è raffigurata la vergine in trono tra i due arcangeli; nella volta del bema è invece raffigurata l'Ascensione.

Nel complesso i tre cicli del programma iconografico (le Grandi feste, la Passione e la Vita di Maria) appaiono mescolati tra loro e non esposti in maniera ordinata. In particolare il ciclo della Vergine appare insolitamente esteso (25 scene) soppiantando completamente le scene del ministero di Cristo. 
La disposizione è comunque concepita in maniera tale che le ampie lunette dei bracci della croce siano occupate dalle scene considerate più importanti secondo la tradizione:

Dormizione della Vergine (lato nord, al di sopra dell'ingresso)


Anastasis (lato ovest)

protesi:
Nel registro superiore dell'abside, il Padre troneggia al centro di una ambientazione paradisiaca, in quello inferiore, il Cristo Vescovo riceve la processione degli angeli che recano le offerte entro recipienti coperti da veli ricamati (Divina Liturgia). Al di sotto di questa scena, appare il Cristo di Pietà con la croce dietro di sé.

La Divina Liturgia (particolare)
diaconico:
Raffigurazione del Cristo Anapeson (Occhio che veglia), l'Emmanuele riposa su un giaciglio, attorniato da due angeli che recano gli strumenti della Passione.


Natività di Gesù


Ingresso a Gerusalemme


Trasfigurazione


Pentecoste





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