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mercoledì 9 novembre 2011

Arco dei Sergi, Pola

Arco dei Sergi


L'arco venne eretto a "proprie spese" da Salvia Postuma (il riferimento alla committente si trova nell'iscrizione dedicatoria, con la specifica de sua pecunia), per commemorare il marito Lucio Sergio Lepido, tribuno della legione XXIX, che aveva partecipato alla battaglia di Azio ed era stata in seguito soppressa nel 27 a.C., e insieme a lui il padre, omonimo, e il fratello Gaio.
La datazione della costruzione è attribuita agli anni 25-10 a.C.
La famiglia dei Sergi era e rimase anche in seguito una delle più importanti di Pola.
L'arco venne realizzato addossato all'interno di una porta delle mura cittadine, che prese in seguito il nome dei "Porta aurea". Per questo motivo si presenta decorato sul lato verso la città, mentre il lato esterno, visibile solo con la demolizione dell' antica Porta Aurea nel 1829 non era stato rifinito.
Davanti all'arco è ancora visibile il basamento di una delle torri di guardia della porta.
L'arco è di piccole dimensioni, con un unico fornice di 8 m di altezza e 4,5 m di larghezza. Il passaggio è fiancheggiato da coppie di colonne corinzie, addossate alla muratura, ma sporgenti per oltre tre quarti della circonferenza. La trabeazione principale sporge al di sopra delle coppie di colonne rispetto alla parte centrale, dove si trova sul fregio l'iscrizione di dedica.
Al di sopra della trabeazione l'attico è articolato in tre basamenti, che dovevano sorreggere le statue dei membri della famiglia onorati: al centro quella del tribuno e sui lati quelle dei suoi parenti.
La decorazione è arricchita dai rilievi con Vittorie alate nei pennacchi degli archi, dal fregio con amorini, ghirlande e bucrani al di sopra delle coppie di colonne, da lesene decorate con intrecci vegetali sul lato interno del passaggio. Le Vittorie con corone, le bighe e gli Eroti con le ghirlande, con gli emblemi militari nel fregio dei fianchi, i simboli dell'apoteosi rappresentati dall'aquila che vince il serpente e gli intrecci di rami, grappoli e foglie di vite popolati da uccelletti nella fascia interna dei pilastri, mostrano in tutta la loro bellezza armonia e la finezza dell'insieme delle decorazioni e rivelano lo stile naturalistico e arioso della scultura augustea (cfr. l'Ara Pacis di Roma che però è posteriore). Il fregio d'armi è il più ricco che si conosca dopo quelli del portico di Atena a Pergamo.
Molto belli sono anche i rosoni che ornano il sottoarco.

Ma l'originalità dell'Arco dei Sergi sta nelle colonne binate, cioè poste sporgenti a due a due davanti ai pilastroni di sostegno dell'arcata, su propri distinti piedistalli e con propri segmenti di trabeazione superiore.
Le colonne, scanalate, sono corinzie e le foglie dei capitelli sono tagliate con effetto di forte chiaroscuro.
Gli architetti del Rinascimento gli dedicarono un'attenzione particolare come dimostra lo schizzo di Michelangelo, corredato da misure, oggi conservato al Museo Wicar di Lille.

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