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lunedì 1 agosto 2011

Palazzo di Galerio, Tessalonica

Palazzo di Galerio, Tessalonica

Proseguendo dalla Rotonda verso il mare, sull'asse dell'antica via colonnata, si giunge (piazza Navarino) alle rovine del palazzo di Galerio chiuso fra alti palazzi moderni che in parte ne hanno coperto le vestigia; si riconosce un cortile a peristilio, circondato da a portici con mosaici pavimentali su cui si affacciano 12 stanze e un edificio absidato a pianta ottagonale (aula ottagona), forse la sala del trono.

Il palazzo si colloca sul fianco dello stadio, così come a Roma (Villa di Massenzio e Palazzo Sessoriano) e successivamente a Costantinopoli.
La concezione autocratica, determinando l'isolamento della sacra persona dell'imperatore, rendeva di fatto il circo l'unica sede dove egli potesse incontrare il suo popolo.
La novità è rappresentata dal monumento circolare (la Rotonda) che si colloca al termine di una traversa che si diparte dalla via Egnazia all'altezza dell'arco di Galerio.
Lo stesso arco sembra svolgere la funzione di ingresso al sistema palaziale. L'ipotesi più verosimile è che la Rotonda sia stata originariamente edificata come mausoleo imperiale, prima che l'imperatore cambiasse idea e decidesse di farne costruire un altro a Romuliana (nei pressi della cittadina di Gamzigrad, in Serbia).


L'aula ottagona era rivestita di lastre di marmo bianco incorniciate da porfido rosso e verde, la superficie interna era scandita da lesene che culminavano con capitelli figurati, 4 dei quali ritrovati all'interno.
Nell'aula ottagona si aprono sette nicchie di cui quella di fronte alla porta (4) è notevolmente più ampia. Ad una altezza di circa 3.50 m. sul muro della nicchia più ampia si trova una croce iscritta in un cerchio (fig.1) e affiancata da due motivi decorativi vegetali, il tutto realizzato in mattoni.
Due nicchie comunicano con due piccoli ambienti cruciformi ed è preceduta da un largo vestibolo a forma ellittica.
Il rinvenimento al suo interno di capitelli raffiguranti divinità pagane rende plausibile l'ipotesi che l'edificio rivestisse la duplice funzione di aula di culto e di rappresentanza dove l'imperatore, dominus et deus, riceveva le ambascerie e i dignitari, venerato come Giove, Cabiro, la Tyche di Tessalonica e le altre divinità raffigurate.
Il palazzo era probabilmente collegato al porto per tramite di un ingresso monumentale.
In corrispondenza dell'ingresso (10) due scale conducevano fino all'imposta della cupola.
All'altezza del civico 5 di via Isauron sono stati trovati due muri in opera mista ortogonali tra loro affiancati da uno stilobate. Lo spazio, compreso tra i muri e lo stilobate, pavimentato a mosaico, ha le caratteristiche di un portico. Il muro che delimitava il portico sul lato NE presenta una apertura in direzione dell'ingresso al palazzo (36). Aveva una profonda nicchia che costituiva parte di una edicola inquadrata da un arco monolitico rinvenuto nei pressi.



Fig.1

Aula ottagona

Ninfeo (29)


Gli appartamenti imperiali si articolano attorno ad un peristilio quadrangolare (12), all'esterno del nucleo abitativo si aprono ampi corridoi dei quali 25, 26 mostrano un rivestimento a mosaico più ricco che fa pensare ad una loro funzione più ufficiale.

Peristilio (12)
Aula palatina (35) Grande ambiente rettangolare coronato da un'abside con nicchie semicircolari con pavimento musivo policromo che probabilmente aveva le funzioni di basilica (in realtà nel IV sec. è un'aula palatina di rappresentanza, qui l'imperatore riceveva l'omaggio-adorazione della sua corte, la proskynesis,) e costituiva anche un elemento monumentale di raccordo tra Palazzo e Ippodromo.

 Edificio a pianta circolare posto tra gli appartamenti imperiali e l'arco di Galerio


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